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Una delle più grandi promesse fra le scrittrici di seconda generazione, una scrittrice capace come poche altre di trasmettere il cuore e l’anima del Marocco. Oggi siamo lieti di presentarvi Fatima Bouhtouch, la scrittrice del futuro.
K: Chi è Fatima Bouhtouch?
F: Fatima Bouhtouch è una figlia di immigrati marocchini che è nata e cresciuta in provincia di Modena con tanta voglia di divorare il mondo.
K: Come ti sei avvicinata alla scrittura? Cosa ti piaceva leggere da bambina?
F: Essendo la primogenita, in casa sentivo parlare solo dialetto marocchino e arabo classico che mia madre mi insegnava giorno per giorno. Quando ho cominciato le elementari, ho fatto molta fatica ad inserirmi subito e la mia insegnante di italiano fece il possibile per facilitarmi la comprensione della lingua e la scrittura. Non riuscendo a socializzare come avrei voluto, mi sono avvicinata ai libri.
Ho cominciato a leggere tantissimo, inizialmente libri con figure e poi solo parole. Leggere coltivava il mio lessico e le esperienze, il senso di inadeguatezza e quello di osservazione, la paura, la gioia, la rabbia e la curiosità necessitavano uno sfogo. Ho cominciato con dei diari giornalieri, poi con delle storie brevi, poi con temi extra a scuola ed infine sui social
Ora scrivo un po’ di tutto e spero di non smettere mai. Mi piaceva particolarmente leggere romanzi gialli e romanzi drammatici, ma non ho mai disprezzato i generi restanti. Non sono una grande fan del fantasy però.
K: Il tuo legame con il Marocco è stato sempre così forte o c’è qualcosa che lo ha ravvivato? Quanto ha inciso essere marocchina e italiana nella vita di tutti i giorni (oltre che nei tuoi scritti)? Ti senti più araba o amazight e perché?
F: Il mio legame col Marocco ha vacillato per un annetto nel 2012, perché lo stato d’animo che vivevo e altri fattori hanno influito negativamente sul tempo che vi ho trascorso. Però me ne sono innamorata di nuovo subito e da allora lo custodisco nel cuore.
Lo ha ravvivato soprattutto il tornare a viverlo lontana dalla famiglia, solo io e ciò che aveva da offrire a 360 gradi. Lati buoni e lati meno buoni. Essere di doppia cultura ha inciso sempre positivamente, perché ti permette di avere un doppio punto di vista e quattro occhi invece che due. Ogni aspetto della vita è analizzato da una coppia di filtri che convivono pacificamente nella tua mente. È come avere due armi, due madri, due case, due vite, due amori, due paure, due appigli, due assi nella manica.
Per quanto riguarda l’identità araba o amazigh, non saprei cosa dire perché i miei genitori sono berberi, ma non estremisti. Non si sono mai elevati su un podio superiore per la loro discendenza e amano follemente il patrimonio culturale arabo e amazigh. Io non sono araba, perché sarebbe scorretto dire il contrario, ma sono adottata dall’arabo, dalla poesia araba, dalla lingua araba e dalla passione araba. Non parlo amazigh, salvo qualche parola, ma spero di recuperare.
K: Come mai la decisione di trasferirsi a Birmingham? Com’è cambiata la tua vita? Ha avuto un impatto anche sul tuo modo di scrivere?
F: Mi sono trasferita a Birmingham perché l’Italia mi soffocava. Non avevo pianificato la destinazione con largo anticipo, ma sapevo di dovermene andare e così ho fatto. È stato un periodo difficile della mia vita e ha influito positivamente sulla scrittura perché il dolore e la sofferenza ispirano sempre
K: Da anni sei un punto di riferimento nella comunità musulmana in Italia grazie ai tuoi scritti, progetti per il futuro?
F: Mi lusinghi, ma non mi reputo un punto di riferimento nella comunità musulmana in Italia. Mi fa piacere che molti leggano e apprezzino i miei scritti, ritrovandosi in alcuni di essi. Mi trasmette un senso di solidarietà e vicinanza con persone che spesso non conosco. È la magia dell’arte: unisce anche chi non si sarebbe mai potuto incontrare.
Per il futuro spero di scrivere tanti libri, di parlare ed ascoltare più gente possibile, di fare grandi cose per ripagare le grandi cose che i miei genitori hanno fatto per me e di girare il mondo, per accorgermi quanto ancora c’è da imparare e su quanto ancora posso scrivere.
K: Grazie mille Fatima, è stato un vero piacere fare questa chiacchierata con te e non vediamo l’ora di un ritorno in Italia o meglio ancora del primo libro.
Potete trovare Fatima sulla sua pagina facebook e sul suo profilo Instagram.