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Pochi musicisti sono in grado di diventare, volenti o nolenti, il volto stesso del proprio genere musicale. È il caso di Bob Marley, dei Beatles e di Khaled, il volto del Raï.
Da Orano a Parigi
Ci sono città nate per sfornare l’eccellenza del proprio settore. In Italia abbiamo la Romagna per i motori e Napoli per il cibo, in Algeria per la musica c’è solo Orano e non poteva che nascere lì il più grande cantante della storia algerina.
Hadj Brahim Khaled deve la sua incredibile carriera proprio alla sua terra dove, fin da piccolo cantava la sua musica ai matrimoni e alle circoncisioni diventando in brevissimo tempo una star assoluta nel paese. Il problema risiede però nel genere cantato da Khaled. All’epoca infatti un’Algeria particolarmente religiosa aveva reso illegale il Raï a causa dei suoi testi particolarmente audaci. La situazione particolarmente divenne particolarmente delicata quando, nel 1985, l’Algeria decise di legalizzare il Raï, oltre che inaugurare un festival proprio ad Orano.
La reazione dello zoccolo duro religioso venne fuori proprio dopo quest’evento, lanciando fatwe contro tutti i maggiori artisti del genere, causandone così la fuga. Uno di questi fu Khaled che fu costretto a fuggire a Parigi.
Il successo planetario
Nella capitale francese trovò però una nuova dimensione che fece poi la sua fortuna. Non più confinato in Algeria, infatti, Khaled poté godere dell’immensa visibilità che l’Europa gli offriva, oltre che essere al sicuro da qualsivoglia tipo di censura. Nel 1992 lanciò l’album Khaled con il suo primo grande successo: Didi.
Grazie a questo immenso successo l’algerino divenne noto anche al pubblico francofono e nel 1996 scrisse con Jean-Jacques Goldman la sua perla più celebre di sempre: Aisha.
Nel 1998 parteciperà poi al 1,2,3 Soleil, il concerto che fece la storia del Raï, consacrandolo definitivamente come leggenda. Mentre nel 1999 canta, assieme alla cantante israeliana Noa, Imagine di John Lennon, facendo parlar di sé anche in chiavce umanitaria. Nel 2012 lancerà poi il suo ultimo grande successo, C’est la vie diventerà infatti una delle canzoni ancora adesso più popolari di sempre e sulla quale le cover si sprecano.
Il volto del Raï
Al di là delle polemiche che gli sono piovute addosso negli ultimi anni, Khaled rimane una delle figure più radicate nell’intero immaginario arabo. Chi non ha mai passato un’estate ascoltando almeno uno dei suoi pezzi? Chi non ha mai ascoltato Aisha sognando vicino a sé il suo eterno amore? Ieri vi parlavamo di Müslüm Gürses, come la voce della Turchia oggi vi parliamo di una delle voci non solo dell’Algeria, non solo del Raï ma dell’intero continente africano. Non a caso per inaugurare il mondiale sudafricano si affidarono proprio a lui, il volto del Raï, il volto della musica africana.
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