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L’ultimo libro di Mohsin Hamid ci trasporta all’interno del nuovo “realismo magico” made in Middle East. Fra amori, porte per nuovi angoli del mondo e quel tocco magico che solo Hamid riesce a dare.
Porte magiche
La chiave è nelle porte, sembra qualcosa di ovvio ma in questo libro diventano qualcosa di più, un portale per altri luoghi. Il romanzo è infatti ambientato in un mondo identico al nostro ma con una e grande differenza: alcune porte all’apparenza normali si sono trasformate in portali per altri luoghi. Chi le attraversa è in grado di trasportarsi da un luogo a caso della Terra.
Essendo un mondo come il nostro, il problema dei migranti è al massimo livello di sempre e le porte non fanno che agevolare tutti gli spostamenti. Esse però non trasportano solo migranti ma sono dei veri e propri legami con il resto dell’umanità. In tutto il romanzo Hamid ci sottolinea di come grazie a queste in molti trovino la felicità, sia essa un luogo più sicuro o addirittura nuovi amori.
Nadia e Saeed
I nostri 2 protagonisti. Lo scrittore non ci dice volutamente da dove vengono, il suo dev’essere un romanzo globale e non voleva rischiare di legarlo troppo ad un luogo. Nadia e Saeed sono due giovani ragazzi di una città in cui sta per scoppiare la guerra civile. Il loro incontro avviene per caso ma l’amore che nascerà fra i 2 sarà sincero e li spingerà ad andare oltre i loro limiti, sempre, però, con dolcezza.
I 2 non potrebbero essere più diversi: Saeed è un giovane ragazzo musulmano nato in una famiglia di professori, Nadia una giovane femminista indipendente che indossa il velo solo per evitare abbordaggi. Il loro amore però va avanti in una città sempre più devastata dalla guerra e con i genitori di Saeed sempre più sofferenti. Quando però una porta appare vicino a casa loro la tentazione di abbandonare tutto diventa troppo forte e i due saranno costretti a scegliere cosa fare delle proprie esistenze.
Mohsin Hamid
Ho amato tutte le opere di questo autore ed “Exit West” non fa eccezione. Il tocco di Hamid è costante ed evidentissimo in tutta l’opera. Lo scrittore pakistano riesce sempre a mostrarci le situazioni più brutali che potremmo mai immaginare, ma con dolcezza. È questo quello che lo contraddistingue dagli altri, la capacità di non far mai perdere l’umanità ai propri personaggi, comunque si metta la situazione. Così facendo Hamid riesce a farti entrare in completa sintonia con le loro teste e i loro pensieri: ti senti più vicino non in base a quanto soffrono ma a quanto sono umani.
Una volta che riesci a provare empatia per loro, però, è la fine, non vedrai mai più nulla con gli stessi occhi. Mohsin Hamid è uno dei pochi autori di cui ho (quasi) tutti i libri e ogni volta mi mostra che tutto questo non è un caso. In Exit West Hamid si confronta per la prima volta con il tema delle migrazioni tirando fuori un romanzo che è a metà fra il commuovente e l’onirico. Incredibile.
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