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Ci sono alcuni cantanti in grado di ridare vita a qualcosa che sembrava ormai seppellito sotto la sabbia. Atif Aslam è uno di questi ma la sua non è sabbia bensì purissima polvere dell’Hindukush.
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Atif Aslam nasce nel 1983 a Wazirabad, piccola città del Punjabi al confine con l’India. In pochi potrebbero immaginare che quel ragazzino sarebbe mai potuto diventare uno dei cantanti simbolo del nuovo Pakistan. A 21 rilascia il primo album, Jal Pari, “sirena” che diventerà presto una hit dell’intero subcontinente indiano, riuscendo a coinvolgere tutti gli abitanti dell’ex India Britannica. Il successo non si fa attendere e dal 2005 è nel giro di Bollywood per la quale ha scritto diverse colonne sonore e recitato anche nel film Bol del 2011. La carriera musicale intanto avanza un successo dopo l’altro e nel 2008 è la volta del ‘primo tour negli States, uno dei più grandi successi di sempre per un cantante pakistano.
Innovatore
La chiave del successo di Atif è nello stile. È infatti il primo ad introdurre una nuova maniera di pensare musica nel suo paese. Prima dovevi decidere: canti all’occidentale, per Bollywood o la musica Sufi, tutte e 3 insieme non possibile. Atif ha dimostrato che nella musica, la commistione di stili paga. Nelle sue musiche c’è tutto quello che non era possibile mischiare:
- Le melodie sono abbastanza semplici ed immediate anche per chi non ne capisce di musica indiana, con toni occidentali sia come presentazione che come disposizione.
- Ovviamente ci sono tutte le caratteristiche della musica indiana più popolare: ritornelli, una dolcezza a volte esasperata e una dinamica dei video presa a piene mani da Bollywood. È quel senso di trash che gli occidentali tanto cercano nella musica indiana, tanto ingenuo quanto particolare ai nostri occhi.
- L’ultimo aspetto è la parte sufi, forse la più velata della sua musica. Atif Aslam è musulmano, e dal nome si vede, non solo, è nato in una delle parti del mondo dove il sufismo si è più affermato, portato a riflettere sulla sua presenza nel continente dei mille dei. La musica sufi è ciò che molti pakistani utilizzano per riflettere e giungere a livelli di meditazione mai vista prima. Parte della musica di Atif va in quella direzione, non tutta però. D’altronde sarebbe stupido gettare subito tutte le perle più belle. I suoi pezzi con questo stampo sono però che, a mio gusto, vale davvero la pena di ascoltare. Aslam non ne porta molta molte ma quelle che fa sono da ascoltare a tarda notte, sdraiati sul letto a riflettere.
Atif Aslam è uno dei cantanti più popolari del Pakistan ma è anche uno dei pochi che ha saputo rendere la sua musica universale, aprendosi per la prima volta a 3 strade e a 3 culture. Se siete curiosi di approfondire la musica indiana non potete fare a meno di lui.
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