This article is also available in:
English
10.10.16
Mi guardo in giro in questi giorni, inizio a riflettere su qualcosa riguardo al quale fino a qualche tempo fa sapevo dare una risposta ma che, inevitabilmente, non può più essere la stessa: ognuno ha la sua bandiera, che sia una fede politica, una causa o banalmente un gruppo di amici. Grazie a questa loro bandiera la gente riesce a destreggiarsi nel mondo, ricordando sempre cosa è e cosa non è. La domanda che allora mi sono posto è stata: ma io ho una bandiera ? e di conseguenza: chi sono io ?
Come può chi ha fatto così tanti cambiamenti, scoprendo ogni ogni volta realtà e miti diversi, identificarsi in qualcosa di delineato e che gli permetta di guardare il mondo da un punto di vista preciso ? Io, che mi sento turco e napoletano, pur non avendo mai vissuto in uno di questi 2 posti e che di fatto ha abbandonato ogni lotta salvo quella palestinese; io, che frequento gruppi di amici tanto diversi da non volersi scambiare nemmeno una parola fra di loro, come posso quindi io trovare una bandiera e dei “compagni” per me ?
Forse potrei osservare che cosa in passato mi ha permesso di identificarmi in qualche realtà ben precisa, ma sono certo che non troverei un chiaro nesso con chi sono ora. La chiave è forse ciò che mi ha spinto a trasformarmi in ciò che sono oggi; dovrei allora identificarmi con film, “Il fondamentalista riluttante” che forse è giusto collocare come prima pietra di questa trasformazione.
Ma come può essere un film simbolo di una bandiera, come può esso produrre compagni e/o un identificazione sociale ? Si potrebbe allora passare all’idea che il film nasconde, ossia l’esistenza di un solo “mondo grigio”, del quale tutti noi facciamo parte e all’interno del quale gli opposti si attraggono e si completano in un valzer eterno. Confesso di non esser ancora riuscito a trovare la soluzione del mio problema, ma intanto mi accontenterò di questo.
Vuoi seguire le orme del leggendario Ibn Battuta? Scopri qui come fare. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify, YouTube, Twitter e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.